Modelli Rolex Vintage
rarità | referenza | anni di produzione | calibri |
---|---|---|---|
17000 | 1977 - 2001 | 5035 | |
17013 | 1977 - 2001 | 5035 | |
17014 | 1977 - 2001 | 5035 | |
19018 | 1977 - 2001 | 5055 | |
19019 | 1977 - 2001 | 5055 | |
: modello di larga diffusione; : modello diffuso, facilmente reperibile; : modello raro, media reperibilità; : modello raro, difficile reperibilità; : modello estremamente raro |
Dopo la breve e sfortunata parentesi del Quartz ref. 5100, Rolex abbandona il consorzio C.E.H. nel 1972 e inizia lo sviluppo in proprio di un nuovo movimento al quarzo.
Il nuovo calibro va ad equipaggiare una nuova gamma di orologi creati ad hoc, a cui viene data la denominazione Oysterquartz.
I nuovi modelli vedono la luce nel 1977, dopo un lungo periodo di test effettuati allo scopo di garantire un prodotto finalmente all'altezza delle aspettative.
I nuovi calibri Rolex elettro-meccanici 5035 e 5055, realizzati ex-novo, sono concepiti in modo totalmente differente rispetto al primo tentativo risalente ai tempi del consorzio C.E.H. e possono vantare diverse innovazioni tecniche di grande rilevanza.
Rolex intende ottenere un grado di precisione ancora maggiore a quello del calibro precedente, perciò viene aumentata la frequenza delle oscillazioni fino a raggiungere 32,768 hz, circa il quadruplo del Beta21.
Viene poi utilizzato un particolare sensore che rileva la temperatura ambientale e la invia al modulo elettronico di controllo che a sua volta provvede a calibrare di conseguenza la frequenza del cristallo di quarzo.
E' comunque presente anche un sistema manuale di regolazione per permettere una accurata messa a punto e, con il passare degli anni, compensare il naturale invecchiamento del cristallo di quarzo.
Nel 1978 circa il cristallo di quarzo riceve un ulteriore affinamento e finalmente vengono soddisfatti i requisiti per ottenere la prestigiosa certificazione di cronometro.
Escludendo il modulo elettronico, la batteria e il cristallo stesso, il resto della meccanica è mutuato dal calibro 3035 introdotto anch'esso nel 1977.
I calibri Rolex 5035 e 5055 sono da considerarsi tra i più raffinati movimenti al quarzo mai prodotti, anche a livello di rifinitura, e, seppur sorpassati da prodotti più moderni, restano ancora un punto di riferimento nella loro categoria.
Il livello di precisione è molto alto, con un margine di scarto annuo inferiore al minuto.
Due sono le versioni, Oysterquartz Datejust e Oysterquartz Day-Date. Entrambi sono caratterizzati dalla nuova cassa shaped che abbandona il classico design Rolex in favore di linee più squadrate e spigoli molto pronunciati.
Anche in questo caso, come già accaduto con la ref. 5100, viene impiegato il vetro zaffiro.
Una finitura estremamente curata, che alterna gradevoli satinature a impeccabili lucidature, rende la carrure molto piacevole esteticamente e contribuisce ad alleggerirne visivamente il design piuttosto massiccio.
Il bracciale è di tipo integrato, sagomato in modo tale da offrire un ideale proseguimento stilistico del design della cassa.
Proprio a causa del particolare bracciale le consuete punzonature vengono riportate sotto le anse e non tra di esse come sul resto della gamma Rolex.
Osservando l'orologio sul retro possiamo notare le incisioni di referenza e matricola.
Il Rolex Datejust Oysterquartz a sua volta è disponibile in tre varianti, che si differenziano per i materiali di costruzione e per alcuni dettagli stilistici.
La referenza più classica è la 17000, interamente in acciaio, che abbina ghiera liscia al bracciale integrato Oyster.
Il 17013 è invece la versione acciaio/oro giallo: la ghiera è di tipo zigrinato mentre il bracciale è il caratteristico Jubilee in acciaio/oro.
La terza variante è costituita dalla ref. 17014: la cassa è realizzata in acciaio, mentre la lunetta zigrinata è in oro bianco. Il bracciale Jubilee è completamente in acciaio.
Al momento della sua introduzione il nuovo Oysterquartz non può ancora fregiarsi del prestigioso certificato di cronometro. Per i primi 18 mesi di produzione, indicativamente fino al termine del 1978, il quadrante riporta unicamente la dicitura Oysterquartz, a tutto vantaggio di un design pulito e minimalista.
Successivamente, raggiunti gli standard del COSC, il nome del modello viene riposizionato alle ore 12 mentre alle ore 6 compare la scritta Superlative Chronometer Officially Certified.
Il Rolex Day-Date Oysterquartz è invece declinato in due referenze, che si differenziano unicamente per il materiale di realizzazione: ref. 19018 in oro giallo e la più rara 19019 in oro bianco.
Anche in questo caso il bracciale è integrato e trae forte ispirazione dal President impiegato sul canonico Day-Date meccanico, come si può facilmente intuire dalla chiusura a scomparsa.
Accanto ai due modelli principali troviamo numerose referenze derivate, caratterizzate da bracciali e ghiere con lavorazioni particolari, che si configurano alla stregua di orologi gioiello.
Da sempre attenta ai minimi dettagli, Rolex crea delle apposite scatole per i nuovi orologi che richiamino stilisticamente i loro contenuti tecnici.
I box dedicati presentano sul coperchio o al loro interno un cristallo di quarzo stilizzato, di forma esagonale, riportante il nome del modello.
Una interessante trovata promozionale consiste nel garantire la sostituzione gratuita della batteria, prevista all'incirca ogni due anni.
Non viene trascurata nemmeno una accurata campagna pubblicitaria, che annovera tra i propri testimonial lo scalatore Reinhold Messner e il celebre tenore Placido Domingo.
L'Oysterquartz è da considerarsi un orologio estremamente valido sotto ogni aspetto, sia estetico che puramente meccanico, ma purtroppo non suscita l'entusiasmo sperato.
A conferma della bontà del progetto l'intera gamma Rolex Oysterquartz rimane in produzione per 25 anni senza modifiche di rilievo, escludendo l'affinamento meccanico del '78 già menzionato in precedenza e la più recente sostituzione del tubo corona che passa dal cod. 600 al cod. 603 (gli esemplari dotati del tubo cod. 603 si differenziano per la lettera A dopo la referenza).
Una delle ragioni del suo mancato successo è da ricercarsi nel periodo in cui viene commercializzato, ovvero quando si stanno diffondendo ingenti quantitativi di orologi al quarzo di fattura estremamente economica.
Proprio per questo motivo il pubblico ha erroneamente identificato la meccanica al quarzo come sinonimo di basso livello qualitativo, non apprezzando l'Oysterquartz come avrebbe meritato e preferendogli le corrispondenti versioni meccaniche.
Conseguentemente la produzione non ha mai raggiunto valori elevati, assestandosi approssimativamente attorno al 1000 esemplari annui; scompare dai cataloghi Rolex nel 2001, dopo 25 anni di onorata carriera e circa 25.000 esemplari prodotti.